Maurizio Orrico nasce a Cosenza nel 1962.
Nei primi anni novanta i frequenti viaggi negli Stati Uniti lo portano a realizzare importanti mostre collettive, tra cui la sua prima personale a New York nel 1994. Dopo l’esordio pittorico, si concentra sulla fotografia analogica e digitale e sull’utilizzo di altri mezzi espressivi quali la scultura, installazione e video art. È tra i membri fondatori del PSL (Pluri Sensorial Laboratory), un laboratorio che si occupa di tecniche relative alla riduzione di anomalie percettive. Questo laboratorio inizia attraverso una ricognizione sistematica del “concetto sensoriale”: un concetto limitativo per i portatori di sensi.
Il laboratorio PSL indaga e apre la ricerca verso un lavoro continuo sulle “tecniche di presentazione”, definite come ampliamento del quadro o spettro sensoriale. La rappresentazione e la costruzione della galleria tattile, vuole semplicemente ricordare, anche, il contributo di artisti come Degas, Munch, Monet, Farrel, Meyron e Silvestro lega, a loro modo tutti diversamente abili.
Tra le iniziative si ricordano:
– la mostra personale ZERO5 a Milano incentrata sul tema degli animali. Citando Italo Zannier: “(…) quella degli animali è come l’immagine della guerra, dove il sangue non ha odore né temperatura, e persino il suo colore è diverso, in quanto puro pigmento o pura luce. Maurizio Orrico vuole sbalordire cogliendo in sintesi i tratti fisionomici dell’animale, i loro sguardi interroganti, specialmente buoi, pecore, maiali; animali che Orrico riesce persino ad antropizzare, e in una certa misura ad umanizzare. Orrico , infine, cerca amorosamente di scoprire forme nuove implicite in quegli animali, servendosi delle possibilità di selezione e quindi di visualizzazione grafica concessa dalla tecnologia digitale e dal computer, in un tentativo ovviamente anche pittoricistico, di esaltazione del colore, e infine di stracciamento, ossia di liberazione dalla tradizione oggettiva della fotografia, intesa come fac simile.”
– dal 2007 al 2010 compie diversi viaggi in Cina dove in occasione dell’Expo di Shangai realizza una mostra nel Padiglione Italia insieme a Mimmo Paladino, mentre nel Padiglione sulla sostenibilità “U.B.P.A.” espone la scultura “Equilibrio”, un uomo che si sradica da una sfera, che rappresenta la madre terra.
– La partecipazione alla 11° Biennale di Architettura di Venezia con l’opera scultorea “I Viaggiatori”, due uomini alti sei metri che rappresentano uno dei soggetti chiave della sua ricerca artistica, È un viaggiatore molto particolare quello di Orrico, lo dimostrano i suoi piedi sovradimensionati che testimoniano un’esperienza che salta l’ostacolo del tempo e risponde forse ad una abitudine che si è ormai sedimentata a tal punto da aver prodotto una modificazione antropologica.
I grandi piedi del viaggiatore ci inducono a pensare che il viaggio non capiti più per caso ma sia ormai diventata una necessità, un’abitudine, o comunque una peculiarità del suo essere individuo nel mondo.
– La partecizione alla 54° Biennale di Arte di Venezia, dove espone un uomo che cerca di riunire i frammenti che provengono dalle parti del suo corpo andate in frantumi. L’interno è cavo, è il vuoto universale e assoluto, il vuoto esistenziale che tutti noi sperimentiamo, quando siamo soli, senza affetti e senza sentimenti.
– Nel 2011 la galleria Marzia Frozen di Berlino ha ospitato una mostra di Orrico, in cui per temi e tecnica sono presenti tutte le tappe del suo percorso artistico, diviso tra pittura, fotografia analogica e digitale, scultura, installazione e video.
– Nel 2011 scolpisce la Cattedra del Duomo di Cosenza, patrimonio dell’Unesco, un unico blocco di marmo dalle linee minimali, che rappresenta Dio, rivestite da un morbido panneggio, simbolo di Cristo che siede alla sua destra.
Le sue opere si trovano in spazi pubblici e privati, sia in Italia che all’estero.
Attualmente vive e lavora tra la città natale, Milano e Como.